Illusione Realtà
Performance e video istallazioni Conceptual pop dal 1994 al 2008
La mia attività artistica è cominciata nel 1994 con opere e azioni spiritose e drammatiche allo stesso tempo, come l’Urlo in fondo al pozzo che, ha aperto una lunga ricerca sulle possibilità dei mezzi tecnologici e non, di creare illusione giocando tra la realtà e la sua rappresentazione.
Dall'oggetto ricreato alla fantasmagoria.
In questo lavoro intendo affrontare il tema della realtà e la sua riproducibilità con mezzi tecnologici. Un simulacro di realtà, è a sua volta realtà, un oggetto è sempre diverso da se stesso momento per momento e in spazi diversi ed è anche diverso dalla sua riproduzione. Tenterò di definire quanto è diverso un oggetto reale dalla sua rappresentazione e riproduzione, quanto è diversa una realtà “naturale” che fa parte della vita, da una “artificiale” che riproduce la vita.
Wayne Thiebaud ha scritto di essere interessato a “ciò che accade quando la relazione tra il quadro e il soggetto si avvicina al massimo delle possibilità che (mi) sono consentite, quando il colore ad olio bianco brillante e appiccicoso schiacciato dal tubetto su un pasticcino dipinto comincia a dare l’impressione di qualcosa che raffredda, è un gioco con la realtà la creazione di un’illusione che deriva dall’analisi delle possibilità del mezzo”. I pasticcini di Tiebaud sono gustosi a guardarli come quelli veri ma resta che non hanno un buon sapore e sono molto poco digeribili, infatti, non sono pasticcini.
L’idea di ricreare un oggetto che in apparenza è reale ma in realtà è falso, un oggetto che non assolve le funzioni pratiche di uno reale, mi ha spinto alla realizzazione di un modello in scagliola preso da un gessetto per lavagna, e uno in cera da una candela e anche alla realizzazione di fogli di carta a righe o a quadri disegnati a matita e alcuni lavori fotografici.
Utilizzando lo stesso processo proprio delle tecniche di fusione cioè la riproduzione di un modello “originale” per ottenere delle copie, ho realizzato appunto calchi di candele per riprodurli in cera, una cera di quelle che si usano per la colatura dei calchi non adatta a essere consumata dalla fiamma insieme allo stoppino. Tale riproduzione mediante calchi, è abitualmente usata per le opere d’arte o anche per oggetti di uso pratico, in tutti e due i casi c’è una certa coerenza nell’uso dei materiali da fondere per ottenere una copia finalizzata. La coerenza nell’uso dei materiali ci da dei prodotti “originali” oggetti veri che rispondono alle esigenze della vita.
Facciamo ora una distinzione tra oggetti “naturali” e oggetti “artificiali”: gli oggetti naturali sono quelli che nascono da un processo evolutivo dettato dalla storia, fatta dagli uomini, dalle esigenze di questi di progredire e di creare mezzi tecnologici che gli permettono di migliorare la vita. Così nasce l’invenzione del gessetto che lascia una traccia sulla lavagna, quindi la storia del suo uso, del suo design, fa parte di quel processo evolutivo proprio della vita e di tutti gli esseri viventi. Gli oggetti artificiali invece, sono quelli che riproducono la vita, ricalcano il processo evolutivo naturale pur avendone un o proprio artificiale, parallelo, subordinato. Questi sono gli oggetti d’arte.
Continua...
Estratto dall’ introduzione della tesi in mass media discussa nel 1996 presso l’Accademia di Belle Arti di Napoli, relatore Mario Franco.
1994 Urlo in fondo al pozzo
Urlo in fondo al pozzo, Azione, 10 minuti circa, 1994.
Con una corda ho disceso in fondo al pozzo uno stereo che ha emanato urla terrificanti durante l’inaugurazione della mostra OPERARE SUL CAMPO, tenutasi nel giugno del 1994 presso la Masseria Cuomero a Marigliano (NA) curata da Gaetano Sgambati. Le urla hanno indotto i visitatori suggestionati da un contesto dove tutto poteva accadere a pensare che attaccato alla corda ci fosse un uomo o un animale.
Catalogo: Esc per quarta pittura
1994 Guerriero
Guerriero, istallazione, televisori accesi con suono disturbato, neon e valigia. Realizzata per la mostra Meno Sei, Convitto Nazionale Giordano Bruno, Maddaloni (CE) a cura di Simona Barucco. 1994
Lo studio, La ricerca del sapere, un articolo sul giornale, “45 morti tra i guerriglieri”. Un’immagine in bianco e nero, entità riscritta, un avvenimento intercettato e trasferito in frequenze televisive.
Punti luminosi vibrano sulla superficie lucida di casse televisive, fruscio, un profilo di luce.
L’informazione trasferisce emozioni nello spazio tempo e crea multipli di se.
La conoscenza e la sua diffusione trasformano l’idea e l’intenzione di altri in realtà.
Nel salone del Convitto Nazionale Giordano Bruno di Maddaloni un guerrigliero è tele-materializzato in mezzo ad un pubblico d’ignari presenti e sereni infanti.
Rassegna stampa:
IL MATTINO, 30 settembre 1994,
il Giornale di Napoli, domenica 16 ottobre 1994.
Il Giornale di Caserta, sabato 1 ottobre 1994
1995 Foto mimetiche
Foto mimetica, fotografia incollata su parete,
Pomigliano d’Arco (Na)
Foto mimetica 2, fotografia incollata su parete, Pomigliano d’Arco (Na)
Le “foto Mimetiche” appaiono trasparenti, quasi invisibili. Coincidono con il proprio modello, si annullano e si trasformano in qualcosa di traslucido e puro. Il dato “reale” è nascosto alla vista e rimpiazzato dalla sua riproduzione che ci offre una diversa opportunità per vedere la realtà.
Questo lavoro ha messo il seme per l’inizio della collaborazione con Salvatore Manzi per il progetto Zak Manzi.
Fu nel 1995 in occasione della mostra “ZIG ZAG” tenuta a Pomigliano d’Arco nei capannoni Lagatta, che ebbi il primo incontro artistico involontario con Salvatore Manzi. Realizzai quattro foto mimetiche da collocare in punti prestabiliti individuati sulla pianta dello stabile. Una delle foto coincideva con le “norme dei manovratori delle gru” che Salvatore aveva riprodotto e fissato alle pareti della fabbrica. (La mia foto già riportava la sua firma.)
Rassegna stampa: IL MATTINO, giovedì 1 giugno 1995
Melting pot Maggio Giugno Napoli 1995
Il Mattino martedì 30 maggio 1995
Documentazione video: Esc
1996 La stanza della notte
Senza titolo (la stanza della Notte) Istallazione con proiezioni e lampadine, dimensioni variabili.
L’installazione “La stanza della notte” ottenuta con proiezioni di letti sul pavimento e un cielo stellato sul soffitto, è di grande effetto. A differenza dei tavoli, dove la foto e aperta in tutte le direzioni, lasciando spazio alla fantasmagoria, l’immagine del letto è chiusa, il letto è un letto, dentro c’è un dormiente e tutt’intorno non c’è necessità per il nostro sistema percettivo di immaginare cose o situazioni che non vediamo.
La stanza buia é per questo costellata di lampadine che creano un ambiente notturno da fiaba.
Un lavoro realizzato con Maria Pia Moccia nei laboratori di Quartapittura per la mostra sui consumi di massa Location, un “ipermercato fantastico” dove contano le interrelazioni più che le cose e, gli autori sono produttori di un arte collaborativa e collettiva.
Poi nei mesi invernali il nostro “reparto” è stato trasferito ed esposto alla mostra FUCRICENTRO, "contesti dì arte contemporanea" Expo Tor Bella Monaca, Roma, organizzazione. Beat 72.
Rassegna stampa: artel 16 dicembre 1996
Catalogo: Fuoricentro a cura di Daniela Lancioni. Testi di Franz Iandolo e Salvatore Manzi
1996 Impiccato
Impiccato, video installazione, video e televisore con corda, 1995/96.
La presenza umana all'interno del monitor è avvertita attraverso un’immagine di morte.
L’intenzione con questo lavoro è di trasmigrare la vita in un’immagine.
L’impiccagione, chiaro simbolo di morte, contrastando con il senso dell’installazione che cerca di riprodurre la vita per un attimo genera vita.
Esposta nel 1998 alla BIENNALE DELL’ARTE "Immagini Giovani Progetto Open" Peraga di Vigonza presso Padova. Nel 2004 alla mostra di apertura della rassegna d’arte contemporanea PERCORSI a Viterbo a cura di Officina delle Arti.
Catalogo: Biennale dell’Arte di Padova a cura di Gigliola Bedin.
PERCORSI, rassegna d’arte contemporanea, Viterbo, Off Art.
Guarda anche IN VIDEO 2019 sequel di questa installazione.
IN VIDEO 2019 pensato per lo schermo piatto degli iPad o degli Smartphon, pur essendo anch’esso caratterizzato dall’angoscia e una maggiore restrizione (il personaggio si trova schiacciato in un contenitore quasi bidimensionale) presenta da una sorta di approvazione, di gradimento di tale esistenza in immagine. Le frasi soprascritte alla figura del viso si ispirano agli scritti del filosofo e sociologo Canadese Marshal McLuan.
1996 videodrom
Video Mariangela, 1996
Con il Video “Angelo” continua la ricerca sulla possibilità dei media di trasferire la vita in immagine, per vita intendo un attributo intrinseco, un attributo mentale. La figura nuda è rannicchiata, completamente dentro la scatola televisiva ed è lì in quella dimensione che trascorre il suo tempo esistenziale.
Nel video Mariangela prodotto l’anno successivo è presente il movimento, il soggetto imprigionato nella cavità televisiva si muove, all’interno della scatola e, dalla posizione accovacciata si solleva danzando al suono del sassofono ma sempre vi rimane confinata deformandosi per adattarsi alle proporzioni dello spazio rettangolare del monitor.
Il video “Angelo” è stato trasmesso durante la serata evento IL TEMPO, MIETAMORFOSI, MIRACOLO, Gauguin Cafè, Napoli, organizzazione G. Sgambati. 1995
Rassegna stampa: Melting pot Napoli, gennaio 1995
Catalogo: Esc, edizioni Melting Pot, Napoli 2002.
Video Angelo, 1995
1997 Strisce pedonali
Pittura murale, Napoli 1997
La riproduzione grafica di un segnale stradale può avere la stessa funzione di un segnale stradale.
Dopo aver realizzato il video “Segnali” un viaggio notturno raffigurato mediante segnali stradali, creato per sostenere la tesi in mass media, ho provato a riportarli, nel loro ambiente di provenienza, la strada. Le strisce pedonali sono segnali che si svolgono a spirale dal pavimento passando sulle pareti e il soffitto con lo scopo di unificare il grande avvolgente dipinto messo in opera durante l’evento Aerobaloon nei locali della scuola di fumetto Comix di Napoli.
Aerobaloon è il titolo di un progetto ideato e organizzato da ESC (Gruppo di artisti) e Comix (scuola di fumetto) per fondere arte, fumetti e pitture murali di strada. Durante l’evento Hanno lavorato ballando i fumettisti: Pako, G. Ambrosio, V. Falace e i writers: Zio, Kaf, Iabo, Joz, Rasta, Propano. Foto: Barbara La Ragione
Rassegna stampa: CORRIERE DEL MEZZOGIORNO, Cultura e Spettacoli. Martedì 16 settembre 1997. Arte, la “top ten” degli emergenti di Ela Caroli.
1999 Love in machine, Saluto, Cristo revuelto
Love in Machine
l'automobile elevata a oggetto d’arte ha emanato gemiti ed è tornata nel mondo reale. Installata in un parcheggio dello Smart center di Napoli durante l'inaugurazione della mostra evento MILLIENNIUM 2 "smartArtparty" l’automobile col suo seducente canto porno ipnotico ha attirato i visitatori che hanno tentato di sbirciare tra i giornali fissati ai finestrini dall’interno del’abitacolo. Realizzata in collaborazione con Riccardo Battaglia.
Rassegna stampa:
Metropolis Cultura. Marzo 1999. Giovani Artisti in ricerca. Gaetano Romano.
Gazzetta di Caserta, mercoledì 3 marzo 1999, Terra di lavoro in cornice, di Enzo Battarra.
Catalogo: Terra di lavori, a cura di Enzo Battarra.
Documentazione video: movimento arte pomerium
Saluto
Sfruttando le capacità della mente di percepire oltre il visibile, con l’istallazione “Saluto” ho sperimentato come un semplice video potesse dare l’idea di un’istallazione interattiva. In una delle locomotive d'epoca nei padiglioni del museo Ferroviario di Pietrarsa, ho sistemato un monitor che ha trasmesso l’immagine di me stesso nell'atto di salutare. Alcuni dei visitatori trovandosi a guardare il monitor proprio nel momento del saluto sono stati indotti a pensare che si trattasse di un video interattivo o trasmesso in diretta. Altri di loro dall'animo più poetico e giocondo hanno pensato allo spirito fantasmagorico di un ferroviere rimasto in quella locomotiva a guidare il suo convoglio.
Video installazione realizzata per la mostra evento Arte&Critica Contemporanea MILLENNIUM nel Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa, Napoli.
Rassegna stampa:
Metropolis Cultura, marzo 1999. Giovani energie a Pietrarsa
IL MATTINO lunedì 15 febbraio 1999. Mostra d’arte tra vagoni e binari
Corriere del Mezzogiorno, giovedì 25 febbraio 1999. Millennium
Cristo revuelto
Sono stato invitato a partecipare a una mostra di scultura e mi sono presentato con un pacchetto di fotografie. Trentatré foto formato 18x18 cm incollate su cartone rigido e plastificate che compongono un’immagine di 2 m in lunghezza e 50 cm in larghezza.
ZARAGOZA ESCULTURA, "exposicion de escultura" feria de maestra de Zaragoza. Iniziativa di Spazioliberta, organizzazione Giuseppe Stano.
Rassegna stampa:
HERALDO DE ARAGON, sabado 25 de settembre 1999.
El Periodico sabado, 9 de octbre de 1999. El pabellon 3 se convierte en galeria de arte
Gazzetta del Sud venerdì 12 novembre 1999
Catalogo: GIOIA ARTE, esposizione di scultura, Spaziolibertà.1999.
documentazione video: Spaziolibertà.
Art beyond earth
Contestualmente alla ricerca sul' illusione e all'arte collettiva, nate dallo studio in ambito accademico, inizio una nuova ricerca di tipo esistenziale sorta dal contatto con la strada e gli ambienti urbani della città. Inizio ad esibirmi in Performance ed esprimermi con video istallazioni e opere Minimal Underground sul tema del Traffico e dello Spazio, dal 1997 al 1999
Arte collettiva e partecipativa
Parallelamente alla ricerca sul' illusione/realtà partecipo attivamente alle iniziative del gruppo ESC realizzando con loro Installazioni di arte collettiva e partecipativa dal 1997 al 1999
Progetto Zak Manzi
In quegli anni inizio il progetto Un uomo è ciò che attrae lavorando sul tema degli oggetti come parte integrante dell'esistenza umana. Contemporaneamente inizia anche la collaborazione con Salvatore Manzi per il progetto Zak Manzi dal 1999 al 2002.
Di seguito alcune dichiarazioni fatte all'epoca sulle motivazioni che ci hanno spinto a compiere quest'operazione concettuale:
Dopo il colloquio con Angelo, riguardo ai nostri percorsi e alle nostre collaborazioni passate, sono riuscito a confidargli l’insoddisfazione e il senso di incoerenza che provavo rispetto ai miei ultimi lavori (pittura). Entrambi percepivamo un errore, che andava oltre la scelta del soggetto e dell’esecuzione dei quadri, l’errore era in me; continuavo a pensare l’arte, i suoi oggetti, non facevo altro che utilizzare i meccanismi di sempre, le solite combinazioni.
Attingere dall’immaginario di un guru, ed affidare ad altri l’esecuzione delle opere, non rendeva visibile la mia ricerca, le vere motivazioni, il mio scopo:
-rinunciare a produrre (definitivamente) qualsiasi pensiero riconducibile a quello di un artista
-rendere mia la creatività di un artista e il suo pensare l’arte
-firmare ogni sua opera.
L’unico passo sereno e coerente, è affidare il mio vuoto ad un artista, ad un unico artista.
Sono convinto che tutti i passaggi precedenti a questa scelta, tutti i lavori eseguiti in passato sia da Angelo che da me sono stati necessari, indispensabili per giungere ad alcune considerazioni. Nessuno aveva creduto all’attendibilità e all’onestà della mia scelta.
Decidere di non essere autore del proprio lavoro, e accettare di essere autore di un lavoro non proprio, sono i due punti fondamentali del mio progetto.
Zak Manzi, Carraia 23 luglio 1999
La rivendicazione dei diritti d’autore, il fatto che “sempre” un artista deve firmare e nessun altro può utilizzare la sua immagine come propria, l’avarizia, il desiderio di riconoscimento del proprio operato, la detenzione, la possidenza di una forma, di un pensiero, sono i motivi che mi hanno spinto ad accettare la proposta di Zak: non essere autore a suo favore.
Rinuncio a firmare le “mie“ opere: per consentire a Zak Manzi di fare arte senza far “nulla” per consentirgli di non pensare da artista ma produrre, esporre e vendere ugualmente.
Libero dal dovere-piacere di essere autore.
Angelo Rossi 1999
Rassegna stampa: CARTA cantieri sociali 2/8 maggio 2002.
Catalogo: Ex Zak, a cura di Stefano Taccone, phoebusedizioni
2000 Flash Art
Flash Art 2000 2001, Scultura-rivista, dimensioni variabili, 2000
Dopo sei anni di studio, sperimentazione e osservazione delle dinamiche legate all’apparenza e alla sostanza delle cose e degli eventi ho acquisito una consapevolezza nuova, dopo lavori come “l’ingorgo nell’ingorgo” e il “Cristo revuelto” ho concluso che l’illusione crea la realtà. Con la scultura di carta “Flash Art” inizia la seconda parte della ricerca sulle possibilità dei mezzi tecnologici di creare illusione, in questo caso direi che l’illusione è del tutto reale.
Flash Art è una scultura-rivista di carta stampata in quadricromia e cellophan, la tiratura è di 1200 pezzi sigillati. Per la sua realizzazione sono state coinvolte 45 persone tra critici d’arte, filosofi, associazioni, artisti, teorici, galleristi e curatori, che hanno fornito testi, notizie e immagini ricalcando le reali dinamiche che sono alla base della realizzazione di qualsiasi rivista. Il ruolo dei soggetti coinvolti è prevalentemente quello di recensore, hanno contribuito:
Giuliana Videtta, Adachiara Zevi, Gianni Pozzi, Pier Luigi Tazzi, Riccardo Tabarrani, Simona Barucco, Mario Franco, Giancarlo Mazzaro, Francesco Manzi, Cesare Pietroiusti, Pino Modica, Daniele Bacci, Andrea Cerini, Renè Bassani, Antonio De Luca, Eugenio Giliberti, Genny Capitelli, Stefano Bosco, Federico Belluonini, Angelo Sebastio, Gianluca Cupisti, Enrico Nardi, Donata Carlucci, Angelo Usai, Vanna Russo, Lido Marchetti, Bruno Pollacci, Monica Lugas, Roberto Cerbai, Manfred Linke. Le gallerie che hanno aderito sono: Zonca e Zonca (MI), Vismara Arte (MI), Officina (LU), La Nuova Pesa (Roma), Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea (Rep. Di S. Marino), Vera Vita Gioia (NA), Galleria Continua (SI), Galleria Base (FI). Un ringraziamento speciale ad Erika Nardi e Peppe Irace.
(l’opera creata da Angelo Rossi è firmata Zak Manzi)
Il PROGETTO FLASH ART, è stato presentato nel 2000 a Palomarte svoltasi a Valenza (AL) la mostra è stata organizzata dal Centro Comunale di Cultura e Radio Gold di Valenza.
Nel 2001 FLASH ART è stato messo in mostra nella galleria OFFICINA a Lucca, organizzazione Emy Petrini.
Nello stesso anno l’opera è stata esposta nella galleria T293 di Napoli. Alla mostra hanno partecipato con opere e performance alcuni degli artisti recensiti nel Flash art artistico.
Nel 2002 l’istallazione è stata esposta a BY-PASS, percorso alternativo, svolto nel caratteristico comune di Monteprandone (AP) a cura di Stefano Verri.
Nel 2004 l’istallazione completa di 1000 esemplari è stata esposta in occasione della mostra personale UN UOMO E’CIO’ CHE ATTRAE, presso la Galleria Arturarte, Settevene, Nepi (VT) a cura di Nori Zandomenego
Rassegna stampa: Exibart 2001, T293 testo di Ilaria Santucci.
Exibart 20 novembre 2001, Il non plagio di Zak Manzi testo di Genny Capitelli.
Exibart 2002. By-pass stefano Verri
CARTA cantieri sociali 2/8 maggio 2002.
Pubblicazioni: Impala l’arte, edizioni Intra Moenia di Pablo Echaurren
Catalogo: BY-PASS, percorso alternativo, a cura di Stefano Verri. 2002
Un uomo è ciò che attrae, Galleria Arturarte 2004
Ex Zak, a cura di Stefano Taccone, phoebusedizioni 2014
Pubblicazioni: COMPUTER GRAPHICS & PUBLISHING Marzo/Aprile 2003 - Anno VI - N° 2
La ricerca sul' illusione - realtà prosegue con l'immaginario altrui.